Poesia Estorsioni di Salvatore Armando Santoro (Tradimento)
Oh tu, occhi ridenti, che di felicità hai esploso il canto ridente m'hai abbracciato un giorno, quando sedesti sul sedile e accanto, di fallaci parole tentatrice hai invaso la mia mente e dopo il cuore, tutto hai tritato con la falciatrice.
Forse eri già una meretrice, invano ti giurai che mai l'amor comprai. Forse lo stavo contrattando allora, non capivo le frasi tue abbozzate che parlavano d'altro: Forse pensavi che foss'io uno scaltro che raccogliessi affetti a basso costo senza pagar lo scotto al riparo d'una piazzola al Lido San Giovanni un po' discosto.
Oggi ti penso e leggo i tuoi messaggi, nella vita distrutto, anche cambiato in fondo nell'affetto. Più non avverto nulla, solo sconforto secco nel mio petto, lo so, e tu lo sai, ho colto il frutto d'un amore acerbo che pronto ricambiai convinto di tornare ai passi antichi, a ricalcar le ortiche che lasciai nell'età mia novella quando la mente vuota di pensieri turbata era soltanto dagli affetti ch'oggi non sono veri che forse come ieri erano pochi e stretti.
E leggo quel messaggio farcito di violenza, di velati ricatti, di estorsioni. La mente ad altro pensa alle facili e nuove ritorsioni, mentre il veleno assaggio.